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Ci hanno rubato anche il Natale

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Le più belle feste natalizie, per me, sono state quelle degli anni 70, quando andavamo ad Ancona a trascorrerle dai nonni. Quando erano ancora tutti vivi.

Con i miei genitori festeggiavamo (e festeggiamo tutt'ora) Santa Lucia, poi, appena le scuole chiudevano partivamo in macchina alla volta delle Marche. L'atmosfera era bellissima. Viaggiavamo di notte, di solito percorrendo la Romea. Mia sorella ed io facevamo a gara a chi vedeva più alberi illuminati lungo il percorso. All'arrivo ne avevamo contati sempre decine e decine.

Poi le feste. I cenoni, il presepe con il cotone sopra la capanna a simulare la neve, il piccolo albero pieno di luci, i regali dei nonni (sempre cose utili, mai giocattoli!), la Messa a mezzanotte ed il pranzo, con la visita di tutti i parenti, oltre agli amici dei miei, che, sapendoli ad Ancona, non potevano mancare di fargli visita. Passavamo i pomeriggi a giocare a carte, tombola, mercante in fiera, sette e mezzo e mangiando panettoni e torroni.

La notte venivano gli zampognari nel cortile interno ai codomini dove abitavano i miei nonni, che si mettevano a suonare le loro curiose melodie mentre le pecore, che avevano al seguito, scorrazzavano pigre tra le auto parcheggiate (“le pecore in città”, mi dicevo io bambino… “Ma da dove arrivano, che ci sono solo case e case tutto intorno??!”).

La mattina successiva, sempre con mia sorella, andavamo in cortile a cercare eventuali monetine perse tra quelle che gli venivano lanciate e che non venivano trovate.

….

Poi, col passare degli anni, quell'atmosfera magica si perse, per me; almeno in parte.
Il Natale degli anni 90 era diventato, al di la della festa religiosa alla quale comunque tenevamo sempre, più che altro un'occasione di ritrovo – ormai rara – tra tutti i parenti.
Le feste poi erano caratterizzate dalle pubblicità asfissianti di prodotti “inutili” come telefonini o consolle, dalle corse nei negozi fino alla vigilia e dall'ansia di non essere sicuri se quel tale gioco per la playstation facesse già parte o meno della ricca collezione del nipotino di turno... una tristezza incredibile, per me, assistere a tutte queste follie passeggiando per le vie di una Pordenone vestita a festa, ma fredda ed arida di sentimenti, ed un sollievo assoluto quando, nonostante tutto, e nonostante ormai non ci fossero più tutti i parenti, ci ritrovavamo ugualmente intorno alla tavola imbandita dei miei nonni a festeggiare un nuovo Natale.

Bè, ragazzi, pensavo che quell’atmosfera gioiosa ed ingenua dei miei Natali di bambino non la avrei più rivissuta, ma mi sbagliavo. E di grosso, anche.

Gli ultimi 3 anni ho passato le feste con i parenti di mia moglie ad Avellaneda, Buenos Aires.
Da loro è tutta un’altra cosa. Parlo in maniera generica, ma tutto quello che noi abbiamo perso in questi anni in termini di umanità, gioia di vivere, voglia di sorridere alle persone e quant’altro, da loro c’è ancora; non è l’eccezione, ma la regola.

Non sono ricchi, anzi, ormai non lo è quasi più nessuno, ma anche quel poco che hanno, lo donano volentieri a chi sta peggio di loro. Andare ad una Messa a Buenos Aires, per un credente, è un’esperienza bellissima. Tutti che si salutano, prima e dopo la cerimonia. E non si stringono solo la mano, ma si abbracciano e si baciano, come dovrebbe essere in una vera comunità.

Poi, la sera della vigilia, dopo la Messa delle 20.00, si radunano tutti i figli a casa dei genitori, ed ognuno porta qualcosa da mangiare. Certo non zampone e lenticchie, o tortellini e costolette d’agnello fritte, ma piatti estivi, freschi. Ed ho notato che bevono più Coca Cola Light e Sprite, che vino. Ma questo è un altro discorso.
Ed allo scoccar della mezzanotte, qualcuno suona una campanella, che per i bambini vuol dire che è arrivato Papà Noel coi suoi regali, ed i loro occhi si trasformano. Si va tutti verso l’albero e ci si scambia auguri e regali, sempre seguendo quest'ordine. Ed i regali, per i bambini argentini, sono cose semplici, tipo pistole con la ventosa, automobiline, pupazzetti, lego o costruzioni in legno. Ma loro sono felici e sorridono, a prescindere. A me si è stretto il cuore quando ho visto l’emozione negli occhi dei cuginetti di mia moglie, di 4 e 6 anni, mentre scartavano i loro regali e ringraziavano tutti, contenti di quello che avevano appena ricevuto. “Che Paese”, ho pensato… “che Paese…”

Altro che videofonini a 99euro; altro che 100 sms e 100 mms gratis.

“Il natale è tutto intorno a te”, ho sentito dire.

Il Natale, quello vero, è un’altra cosa.


Collezione presepi Tidus
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